Una nuova sentenza della Cassazione introduce un grande cambiamento nel mercato degli affitti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12395 del 7 maggio 2024, ha esteso l’applicabilità della cedolare secca anche ai titolari di partita IVA che affittano immobili per uso abitativo. Questa decisione contrasta con l’interpretazione tradizionale dell’Agenzia delle Entrate, che limitava l’uso della cedolare secca ai locatori non impegnati in attività d’impresa, arti o professioni (informazionefiscale.it) (Fiscomania).
La nuova sentenza chiarisce che l’articolo 3, comma 6, del Decreto Legislativo n. 23 del 2011 esclude l’applicazione della cedolare secca solo per le locazioni effettuate dal locatore nell’ambito della sua attività d’impresa, ma non impone limitazioni ai conduttori che siano titolari di partita IVA, purché l’immobile sia destinato a uso abitativo (FinanzaNews24).
Questa interpretazione amplia significativamente l’ambito di applicazione della cedolare secca, offrendo nuove opportunità sia per i locatori che per i conduttori con partita IVA, come ad esempio imprenditori che affittano immobili per uso foresteria a dipendenti. La decisione rappresenta un cambio di rotta rispetto alla prassi consolidata e potrebbe influenzare future applicazioni e interpretazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate (Fiscomania) (FinanzaNews24).
La cedolare secca è un regime fiscale che permette di pagare un’imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalle locazioni. Attualmente, le aliquote previste sono le seguenti:
21% per la maggior parte delle locazioni.
10% per le locazioni a canone concordato.
26% per le locazioni brevi di più immobili.
In passato, l’Agenzia delle Entrate aveva stabilito che la cedolare secca non potesse essere applicata se l’inquilino fosse titolare di partita IVA, indipendentemente dall’uso dell’immobile. Questa restrizione si basava sull’interpretazione che le locazioni dovessero essere escluse dall’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni. Di conseguenza, molti contratti di affitto stipulati da imprenditori o professionisti non potevano beneficiare di questa agevolazione fiscale.
La sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione dalla cedolare secca deve riguardare solo i locatori, non gli inquilini. Di conseguenza, un titolare di partita IVA può ora affittare un immobile per uso abitativo e beneficiare dell’aliquota agevolata del 21%. Questa decisione rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla precedente linea restrittiva adottata dall’Agenzia delle Entrate.
Le implicazioni pratiche di questa decisione sono rilevanti. Ad esempio, un imprenditore che affitta un immobile per ospitare i propri dipendenti potrà ora usufruire della cedolare secca, riducendo i costi e semplificando la gestione fiscale. La sentenza della Cassazione rimuove così una delle principali restrizioni che negli anni hanno causato numerosi contenziosi.