Cedolare secca 2024

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Tra le diverse aliquote destinate alla tassazione degli affitti, si distinguono tre principali categorie. Inizialmente, vi è l'imposta sostitutiva del 21%, rappresentante un tasso fiscale standard. Parallelamente, è possibile beneficiare di un'aliquota agevolata del 10%, offrendo un'opzione più vantaggiosa per determinate situazioni.

Tuttavia, emerge una novità di rilievo introdotta dalla Legge di Bilancio 2024. Questa innovazione consiste nell'innalzamento al 26% della cedolare secca per le locazioni brevi. Tale modifica comporta un cambiamento significativo nel panorama fiscale degli affitti, richiedendo una revisione delle strategie finanziarie per coloro che sono coinvolti nelle locazioni a breve termine.

In sintesi, le tre aliquote per la tassazione degli affitti comprendono l'imposta sostitutiva del 21%, l'aliquota agevolata del 10%, e la cedolare secca del 26% per le locazioni brevi, quest'ultima rappresentando una recente e rilevante aggiunta normativa.

Cedolare secca del 10 per cento

La cedolare secca del 10% rappresenta un vantaggio significativo per i contratti a canone concordato, ma la sua applicazione è vincolata a diverse condizioni specifiche. Questa agevolazione fiscale si applica nei seguenti scenari:

  1. In Comuni caratterizzati dalla mancanza di soluzioni abitative o da una elevata densità di popolazione.
  2. Nei contratti di affitto destinati a studenti universitari.
  3. Nei Comuni colpiti da calamità naturali.
  4. Agli affitti transitori disciplinati dalla legge n. 431/1998.

È importante sottolineare che la cedolare secca del 10% è particolarmente favorevole per i seguenti capoluoghi di provincia e comuni confinanti: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia.

Tuttavia, è fondamentale notare che le condizioni per beneficiare di questa agevolazione fiscale sono più rigorose. La cedolare secca al 10% può essere applicata esclusivamente nei casi di contratti di affitto che adottano la formula dell'equo canone. Per avvalersi di questa opzione, è necessario ricevere assistenza dalle organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori firmatarie dell'Accordo Territoriale.

Nel caso di contratti non assistiti, è obbligatorio ottenere un'attestazione da parte delle organizzazioni firmatarie dell'accordo. Questo documento deve certificare che il contratto soddisfa i requisiti per accedere alla tassazione agevolata. In tal modo, si garantisce la corretta fruizione dei benefici fiscali legati alla cedolare secca del 10%.

Cedolare secca del 21 per cento

La tassazione della cedolare secca al 21% rappresenta l'opzione più comune, poiché, al netto delle condizioni soggettive, non esistono limiti specifici per accedervi. Coloro che possono scegliere questa aliquota più elevata sono le persone fisiche che detengono il diritto di proprietà o di godimento di un immobile, purché non stiano esercitando attività d'impresa, arti o professioni.

Gli immobili destinati all'affitto che possono beneficiare di questa tassazione sostitutiva devono rientrare nelle categorie catastali da A1 a A11 e devono essere adibiti a uso abitativo. La cedolare secca si estende anche alle pertinenze di tali immobili.

Da notare che non è possibile applicare la cedolare secca ai contratti commerciali, nonostante sia prevista un'estensione di questa opzione anche agli affitti di negozi e uffici nell'ambito della legge delega di riforma fiscale.

Cedolare secca affitti brevi 2024, aliquota al 26 per cento

La cedolare secca sugli affitti brevi è destinata a subire un aumento. Fino al 31 dicembre 2023, l'aliquota applicata sarà del 21%, ma a partire dal 1° gennaio 2024, la Legge di Bilancio prevede un incremento della tassazione al 26%.

In dettaglio, questa aliquota del 26% si applicherà alle locazioni brevi con una durata non superiore a 30 giorni. Questa inclusione comprende anche i contratti che prevedono la fornitura di servizi come biancheria e pulizia dei locali, stipulati direttamente o tramite soggetti che svolgono l'attività di intermediazione immobiliare, compresi i gestori di portali telematici.

Tuttavia, è importante notare che la tassazione più elevata sarà limitata a coloro che concedono in locazione per brevi periodi più di un appartamento nel corso dell'anno. Tale aumento fiscale non si applicherà in caso di affitto della prima casa. Resta da attendere il via libera alla Legge di Bilancio 2024 per confermare tali disposizioni.