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Comballi – La Darsena di Riva Grande

Comballi – La Darsena di Riva Grande

Ampia camera di 30 mq. con letto matrimoniale per due persone. Il bagno è privato e si trova a 2 mt. di distanza attraversando il corridoio. All’esterno un ampio balcone esposto a sud che si affaccia direttamente sul Lago di Como.

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Informazioni La Polentaccia

Informazioni La Polentaccia

Questa presentazione può essere utile per fornire le informazioni base che riguardano la casa: aggiungiamo qualche suggerimento per aiutarvi durante la vostra permanenza. La prima cosa che chiedono gli ospiti è la connessione a Internet: troverete la password e il QR CODE per il Wifi sul pannello di controllo posto alla sinistra del divano in soggiorno. Lenzuola e asciugamani: al vostro arrivo troverete i letti pronti e gli asciugamani nei bagni. Accessori: La casa è dotata di phon, ferro da stiro con asse, stendino e lavatrice. La cucina è corredata di macchina del caffè, accessori, forno. Vogliamo rispettare il nostro pianeta con le nostre piccole azioni. Spegnere la luce quando non serve, non sprecare acqua, tenere una temperatura massima di 20 gradi, dividere i rifiuti in: vetro e lattine, plastica, carta e cartone, organico e indifferenziato. Troverai i contenitori dove dividere i rifiuti che poi verranno raccolti ogni settimana. Cucina: vi chiediamo di NON LASCIARE I PIATTI SPORCHI nel lavandino al termine della vacanza ma di lasciare la cucina ordinata come l’avete trovata.

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Conferma se vuoi che Airbnb trattenga le tue imposte sul reddito

Conferma se vuoi che Airbnb trattenga le tue imposte sul reddito

In questi giorni Airbnb sta inviando un messaggio a tutti gli Host riguardo la gestione della cedolare secca. Hai tempo fino al 14 gennaio 2024 per confermare la tua scelta La legge italiana impone a Airbnb di applicare una ritenuta fiscale del 21% sui guadagni degli host non professionali derivanti da locazioni brevi (fino a 30 notti). Esempi di host non professionali comprendono host che non sono dotati di partita IVA e che concedono in locazione meno di 5 alloggi. Primo caso: Airbnb applicherà la ritenuta fiscale. Ciò significa che tratterrà il 21% dei guadagni derivanti dagli annunci per assolvere agli obblighi fiscali e lo verseremo all’Agenzia delle Entrate. Secondo caso: Se sei host professionale o gestisci alloggi per conto di altre persone, puoi scegliere di non essere soggetto alla ritenuta fiscale. Ciò significa che le tasse non saranno trattenute da Airbnb e che sarai responsabile della gestione dei tuoi obblighi fiscali. Download QR 🡻

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CIN e altre regole

CIN e altre regole

Nel contesto delle locazioni brevi e delle strutture extra-alberghiere in Italia, si sono verificate significative trasformazioni grazie all’approvazione della recente riforma, che ha ottenuto l’approvazione del Senato il 14 dicembre e successivamente è stata ratificata anche dalla Camera dei Deputati. Le modifiche apportate non si limitano agli affitti brevi, ma coinvolgono l’intero panorama delle attività ricettive, compresi i Bed & Breakfast e altre strutture extra-alberghiere. Tra le novità più rilevanti si segnala l’introduzione del CIN, acronimo di Codice Identificativo Nazionale. Questo codice verrà assegnato dal Ministero del Turismo e richiederà una presentazione telematica da parte del locatore o del gestore della struttura turistico-ricettiva. Tale richiesta dovrà essere accompagnata da una dichiarazione sostitutiva che attesti, tra le altre cose, i dati catastali dell’unità immobiliare o della struttura. Gli operatori avranno a disposizione sessanta giorni per adeguarsi a partire dall’attivazione della piattaforma del Ministero del Turismo. È probabile che alcune regioni richiedano anche la ricodifica del codice identificativo regionale già assegnato. Un requisito cruciale imposto dalla riforma è l’obbligo per tutte le strutture ricettive, indipendentemente dalla tipologia (affitti brevi, B&B o altri), di esporre il CIN all’esterno dello stabile in cui si trova l’appartamento o la struttura. Inoltre, il codice dovrà essere indicato in ogni annuncio pubblicato e comunicato. Questa norma si applica anche agli operatori di intermediazione immobiliare e ai gestori di portali telematici, i quali devono inserire il CIN nelle loro inserzioni. È fondamentale sottolineare che la mancata adesione all’obbligo di esposizione del CIN può comportare sanzioni significative, che vanno da 800 a 8000 euro per gli Host e i Gestori, e da 500 a 5000 euro per ogni struttura per i portali telematici. Oltre a questa innovazione, la riforma introduce anche nuovi requisiti di sicurezza per tutte le attività di locazione breve e turistica. Le strutture dovranno essere dotate di dispositivi funzionanti per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, nonché di estintori portatili conformi alla normativa. Questi dispositivi devono essere posizionati in modo accessibile e visibile, specialmente vicino agli ingressi e alle aree a maggiore rischio. La quantità di estintori da installare dovrà rispettare una proporzione di uno ogni 200 metri quadrati di pavimento, con almeno un estintore per piano. È di vitale importanza che gli estintori abbiano una capacità estinguente adeguata e siano sempre pronti per un uso immediato. Infine, la riforma impone la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per coloro che svolgono attività di locazione turistica a scopo imprenditoriale, sia direttamente che attraverso intermediari. Questa segnalazione dovrà essere effettuata presso lo sportello unico per le attività produttive (SUAP) del comune in cui si svolge l’attività. Nel caso in cui l’attività sia gestita da una società, la SCIA dovrà essere presentata dal suo legale rappresentante. Il testo completo dell’articolo 13-ter del Decreto Anticipi Art. 13-ter. – (Disciplina delle locazioni per finalità turistiche, delle locazioni brevi, delle attività turistico-ricettive e del codice identificativo nazionale). 1. Al fine di assicurare la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, il coordinamento informativo, statistico…

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Modifiche alle norme sulla cedolare secca

Modifiche alle norme sulla cedolare secca

A partire dal 1° gennaio 2024, in base alla nuova legge di bilancio del governo italiano, le OTA hanno l’obbligo di riscuotere la cedolare secca e di versarla alle autorità fiscali italiane. Tale procedura si applica agli Host che usufruiscono del servizio Pagamenti tramite le OTA e se l’Host rientra in tutti i seguenti casi: Affitta tra uno e quattro immobili residenziali (con almeno uno iscritto come immobile residenziale nel registro catastale italiano) Non ha fornito un numero di partita IVA o non ne possiede uno Non offre alcun extra oltre all’alloggio. Per “extra” si intendono i servizi aggiuntivi, per esempio: pasti (inclusa la colazione), servizio in camera, reception, pulizia giornaliera degli alloggi, lavanderia, stiratura, noleggio auto, guida turistica, organizzazione di tour, servizio di traduzione, noleggio biciclette o navetta aeroportuale. Importante le OTA saranno tenute a riscuotere la cedolare secca al 21% sul valore totale delle prenotazioni il cui pagamento è facilitato con il servizio Pagamenti, per gli affitti di durata massima di 30 giorni (sono escluse altre tasse come l’IVA e la tassa di soggiorno). Le OTA pagheranno questa imposta alle autorità fiscali italiane mensilmente. Le OTA invieranno una certificazione annuale con l’indicazione dell’importo totale della cedolare secca riscossa. L’Host potrà utilizzare questa certificazione per recuperare tale importo quando presenterà la dichiarazione dei redditi personale. Download QR 🡻

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Codice identificativo per gli affitti brevi

Codice identificativo per gli affitti brevi

Il codice identificativo anti-sommerso, ideato per rendere più tracciabile il mercato degli affitti brevi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, è ora ufficialmente legge. Il decreto Anticipi, recentemente approvato in via definitiva dalla Camera, include anche la nuova regolamentazione delle locazioni turistiche. Il codice identificativo sarà assegnato dal Ministero del Turismo attraverso una procedura automatizzata, richiedendo la presentazione di una domanda che specifichi i dati catastali della struttura per ogni unità soggetta a locazione turistica. Tali unità verranno catalogate in una banca dati, strutturata su una piattaforma già regolamentata da normative precedentemente mai attuate. Il funzionamento di questa nuova piattaforma sarà dettagliato in un successivo decreto, ma sarà accessibile al pubblico. I codici regionali già emessi saranno ricodificati come “Cin” dalle Regioni o dalle Province autonome entro un termine di trenta giorni. Sono previste sanzioni per coloro che non si adeguano a queste disposizioni. Chi affitta una proprietà è tenuto ad esporre il Cin all’esterno dello stabile e indicarlo in ogni annuncio online. La mancata esposizione del Codice Identificativo sarà sanzionata con una multa da 500 a 5.000 euro, mentre la pubblicazione di annunci privi di Cin comporterà sanzioni da 800 a 8.000 euro. La nuova legge impone anche l’obbligo di avere impianti a norma, rilevatori di fumo, monossido ed estintori facilmente accessibili. Chi, in forma imprenditoriale, non rispetta questi requisiti sarà soggetto a sanzioni da 600 a 6.000 euro, con le verifiche e le relative sanzioni attribuite ai Comuni. Le sanzioni recuperate saranno destinate agli interventi turistici e alla gestione dei rifiuti da parte delle amministrazioni locali. I dati raccolti attraverso il codice unico e la piattaforma non saranno statici ma costituiranno la base per indagini e approfondimenti condotti dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate. Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, definisce questa norma come “un primo passo per mettere ordine in un settore attualmente simile a un far west”. La legge mira a proteggere coloro che operano nell’ambito imprenditoriale, tutelando la proprietà privata e contribuendo a contrastare l’evasione fiscale. Download QR 🡻

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Ritenuta fiscale sui guadagni degli host

Ritenuta fiscale sui guadagni degli host

Airbnb ha recentemente raggiunto un accordo significativo con l’Agenzia delle Entrate riguardante la tassazione dei redditi degli host non professionali derivanti dalle locazioni brevi, conosciuta anche come “cedolare secca”, per gli anni fiscali dal 2017 al 2021. In virtù di questo accordo, Airbnb ha accettato di versare un importo totale di 576 milioni di euro, rappresentando un notevole impegno finanziario. È importante sottolineare che Airbnb ha scelto di non trasferire agli host la responsabilità del recupero delle ritenute fiscali relative a questo periodo, dimostrando un atteggiamento collaborativo e responsabile nei confronti degli utenti della piattaforma. Questo passo contribuisce a stabilire un clima di fiducia e trasparenza tra la società e la comunità di host. Inoltre, l’accordo non rappresenta una chiusura definitiva, ma piuttosto segna una tappa nel percorso di collaborazione tra Airbnb e le autorità fiscali italiane. La società ha dichiarato di essere impegnata in un dialogo costruttivo per quanto riguarda il periodo successivo, ossia gli anni fiscali 2022-2023. Questo impegno evidenzia la volontà di Airbnb di mantenere una relazione aperta e positiva con le autorità competenti. Vale la pena notare che l’Italia riveste un ruolo di rilievo per Airbnb, come indicato dalla stessa società. L’accordo appena siglato è interpretato come un passo importante che consentirà ad Airbnb di concentrarsi sulla continuazione della collaborazione con le autorità italiane. Tale collaborazione riguarderà diversi aspetti, tra cui la gestione delle tasse, la definizione delle regole per le locazioni brevi e l’impegno nel promuovere il turismo sostenibile. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire vantaggi sia agli host che agli ospiti, creando un ambiente favorevole e sostenibile per tutte le parti coinvolte. Cosa succederà in futuro Nel mese di ottobre 2023, il Governo italiano ha presentato la Legge di Bilancio per il 2024, la quale, nella sua versione attuale, fornisce chiarezza su come le piattaforme dovrebbero gestire in futuro la ritenuta delle imposte sul reddito degli host non professionali in Italia. Accogliamo positivamente questa proposta normativa e ci stiamo preparando ad attuarla attraverso l’introduzione di un meccanismo di trattenuta e versamento delle imposte sui redditi degli host. Questi dati saranno successivamente comunicati all’Agenzia delle Entrate. Parallelamente, Airbnb sta impegnandosi per conformarsi a DAC7, la normativa quadro europea sulla trasmissione dei dati fiscali da parte delle piattaforme digitali. Queste regole mirano a facilitare la raccolta delle tasse dovute da parte delle autorità nazionali, promuovendo nel contempo un sistema di trasmissione dei dati coerente e standardizzato. Gli host italiani sono stati informati in anticipo su come questi cambiamenti influiranno sulle loro attività tramite Airbnb. Continueremo a richiedere loro le informazioni necessarie in conformità con DAC7 prima di condividerle con l’Autorità fiscale in Irlanda, dove Airbnb Ireland ha la propria sede, nel gennaio 2024, e successivamente con l’Agenzia delle Entrate. Inoltre, Airbnb accoglie favorevolmente i progressi compiuti in merito alle regole sugli affitti brevi, inclusa la creazione di un sistema di registrazione nazionale in Italia e il quadro europeo di condivisione dei dati. Questi sviluppi renderanno più agevole per i centri storici, come quelli di Venezia e…

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Accordo Airbnb-Agenzia delle entrate: implicazioni e prospettive

Accordo Airbnb-Agenzia delle entrate: implicazioni e prospettive

È giunta un’importante notizia insieme a profonde modifiche negli obblighi fiscali, poiché Airbnb ha concluso un accordo senza precedenti con l’Agenzia delle Entrate italiana, risolvendo una questione fiscale a lungo dibattuta. Questo accordo segna una svolta significativa sia per la piattaforma che per gli host che usufruiscono del servizio in Italia. Antefatti dell’Accordo: Il patto riguarda gli anni fiscali dal 2017 al 2021, con Airbnb che verserà 576 milioni di euro al Fisco italiano, senza richiedere compensazioni agli host. Questo importo include ritenute dovute e non versate (353 milioni), sanzioni (174 milioni) e interessi (49 milioni). L’accordo rispetta le sentenze della Corte di Giustizia UE e del Consiglio di Stato, confermando l’obbligo di riscossione della cedolare secca per gli affitti brevi. Ruolo di Airbnb e Implicazioni per gli Host: Airbnb, come responsabile in solido, ha l’obbligo di versare le tasse arretrate, ma l’accordo prevede che non eserciterà la rivalsa sugli host. Una buona notizia per gli host inadempienti, ma con il rischio di doppia tassazione per i contribuenti adempienti negli anni 2017-2021. Rischi e regolarizzazioni: Airbnb sottolinea la necessità di affrontare i redditi del 2022. Chi ha omesso di dichiararli o li ha dichiarati solo in parte ha la possibilità di presentare una dichiarazione tardiva entro il 28 febbraio 2024 per evitare sanzioni elevate, che possono arrivare al 480% per dichiarazione omessa e al 400% per dichiarazione infedele. Property manager e tassazione al lordo: Airbnb agirà come “sostituto d’imposta” dal 2024, comportando cambiamenti per i property manager che non saranno più obbligati alla ritenuta. La tassazione sarà al lordo, con Airbnb che tratterrà il 21% sull’intero compenso, come previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Prospettive Future: Si prevedono ulteriori accordi con altri portali operanti in Italia, e questo potrebbe influenzare normative globali su economie digitali e turismo sostenibile. Download QR 🡻

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